Spiralis Mirabilis - La rivista italiana dedicata al Taiji Quan, al Qi Gong e alle arti marziali cinesi
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Spiralis Mirabilis

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Mario Antoldi - Libera la non forma

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Pagina pubblicata in data 28 novembre 2023
Aggiornata il 29 novembre 2023

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Udine. È da poco passata l’ora del pranzo di un pomeriggio di una calda giornata di fine giugno. Anche se a poca distanza dal centro della città, improvvisamente mi trovo fra i campi.

L’edificio che ospita la scuola Tecniche Arti Orientali è come se fosse un vero e proprio set per un classico film di arti marziali.

Arrivando al primo piano entro in uno spazio la cui dimensione, in ogni suo dettaglio, è misura e immagine dell’uomo che lo vive, il maestro Mario Antoldi.

Quella che doveva essere una chiacchierata di massimo un’ora si trasforma presto in un pomeriggio lungo ore, di confronto, di domande e risposte seduti a un tavolo rotondo tipico dei ristoranti cinesi (con la parte centrale che ruota per intendersi), sorseggiando tè.

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, quando si incrocia lo sguardo del Maestro Antoldi si percepisce la profondità di un mare. In tempesta sulla superficie ma calmo e placido in profondità.

La prima impressione può essere quella di un uomo severo, il cui sguardo ti "sonda" di analizza. Un mare impetuoso.

Quando poi lo si inizia ad ascoltare emerge lo sguardo di un uomo buono, calmo, pacifico, il cui pensiero però non smette mai di "vorticare".

Parlando con lui, infatti, ho avuto la sensazione che, mentre esprimeva un’idea, un ricordo, la sua mente si affollasse di pensieri, immagini, quasi che per lui la percezione del mondo vada oltre le tre classiche dimensioni.

Un effetto forse della disciplina che insegna? Dello 意拳 yìquán? Forse. Ma qual è la via che ha portato il maestro Mario Antoldi a questa arte marziale?

Quello che mi colpisce fin da subito è il luogo in cui mi ha dato l’appuntamento. La sua scuola. Il suo 武術館 wǔshù guǎn. Un luogo non qualunque. Perché è il luogo dove ha iniziato a studiare il 功夫 gōngfū sotto la guida del maestro Kut Chen Tang ben 30 anni prima.

L’avventura nel mondo delle arti marziali inizia per Mario inizia nei primi anni Settanta con lo studio dello Judo. Nel 1977, quando, come tanti adolescenti di quegli anni, scopre il karate, e "sono state pacche e botte", come scherzosamente mi racconta.

Gli anni Settanta sono gli anni in cui le arti marziali arrivano e si diffondono in Italia, il cui limite spesso risiedeva in una mancanza di metodologia nell’insegnare e nell’allenamento.
Sono molti i praticanti, oggi divenuti adulti, che soffrono di problemi fisici legati proprio a questa mancata competenza nell’insegnare.

Nei primi anni Ottanta, ormai ventenne, si avvicina al mondo del 功夫 gōngfū cinese grazie al maestro Kut Chen Tang, con il quale studia per più di dieci anni.

Iniziare a studiare con il maestro Tang per Mario non fu cosa facile. Inizialmente il maestro non gli permise di partecipare ai corsi e solo dopo sette mesi di attesa poté finalmente accedere alla scuola. Il motivo? Il maestro non glielo spiegò mai, mi racconta, e tutt’oggi si domanda il perché di quella scelta.

È il 1993 l’anno della svolta per il percorso marziale del maestro Antoldi. Grazie a una cara amica, Jessica Agosti, incontra il maestro Franco Mescola (leggi l'articolo "Non c'è luce senza ombra, il maestro Franco Mescola").

L’anno successivo, il maestro Tang decise di tornare in Cina, e Mario Antoldi si trovò "costretto" a compiere una scelta.

Iniziò così per lui un lungo periodo di "fatiche e soddisfazioni". Ogni mercoledì mattina partiva da Udine per arrivare a Venezia E studiare assieme al maestro Mescola. Nonostante la sveglia prima dell’alba, la fatica del viaggio, il maestro Antoldi mi racconta di quel periodo come uno dei più belli della sua vita, in cui il rapporto con il maestro Mescola era quasi "paterno".

I suoi occhi brillano nel raccontarmi questi momenti del suo percorso marziale, che sono anche momenti indelebili della sua vita personale.

Quando il maestro Tang lascia la palestra di Udine, Mario costituisce la sua scuola, e nel 1995 e inizia a insegnare. Fra il 1995 e il 1996 inizia a frequentare il corso istruttori del Centro Ricerche Tai Chi, la scuola fondata dal maestro Mescola.

Sempre nel 1995 arriva per la prima volta in Italia il maestro 楊林生 yáng línshēng, invitato dal CONI e dal maestro Alfredo Vismara (di cui sarà poi ospite per ben un anno), a tenere una serie di seminari e dimostrazioni.

Mario fu profondamente colpito dal modo di muoversi del maestro 楊林生 yáng línshēng. Quando il maestro si muoveva il suo 身法 shēn fǎ, agli occhi di Mario, lo trasformava in una sorta di "gigante". Si domandava come poteva imparare a muoversi in quel modo.

L’anno dopo invitò a Udine il maestro a tenere un seminario, a cui partecipò anche il maestro Franco Mescola. Un incontro che si rivelerà determinante per Mario.

L’arrivo di questo maestro dalla Cina, di 楊林生 yáng línshēng, fu un evento importante per il panorama delle arti marziali cinesi in Italia. Il suo arrivo risvegliò, infatti, un desiderio sopito di ricerca.

Una ricerca che cattura l’attenzione del maestro Antoldi, che è chiamato nuovamente a compiere una scelta non facile. Inizialmente, il maestro Mescola sconsiglia il proprio allievo di frequentare il maestro 楊林生 yáng línshēng perché si sarebbe stato per lui uno studio "difficile". Mario ascolta le indicazioni del suo maestro, e di tanto in tanto si reca a Milano (dove, nel frattempo, si era stabilito il maestro 楊林生 yáng línshēng) per studiare con quest’ultimo lo 意拳 yìquán.

La sua ricerca personale, nel giro di pochi anni lo porterà a scegliere di lasciare il Centro Ricerche Tai Chi e il maestro Franco Mescola per studiare con il maestro楊林生 yáng línshēng. Nel 2004 lascia il Centro Ricerche Tai Chi di Venezia e sempre in quell’anno frequentando un seminario di studio in Folgaria, sostiene un esame divenendo un istruttore della scuola del maestro 楊林生 yáng línshēng.

Nel 2005, entra a far parte dell’ASKT (Associazioni per lo studio del Kung Fu Tradizionale) fondata in Italia proprio dal maestro 楊林生 yáng línshēng. Citando le parole di Mario, con "un atto di grande fiducia" il maestro 楊林生 yáng línshēng lo introduce alle discipline del 意拳 yìquán e dello 形意拳 xíngyì quán.

Nel 2010, a Pechino, partecipa a una cerimonia che costituisce una vera e propria chiave di volta del suo percorso marziale. In occasione di quella cerimonia diventerà, infatti, discepolo diretto di 楊林生 yáng línshēng, e contestualmente assieme ad altri allievi gli viene affidato l’incarico di diffondere il lavoro del maestro in Italia. Un lavoro che si fonda sulla pratica integrata di diversi stili tradizionali, a partire dai fondamentali del 太極拳 tàijí quán chén e yáng, dello 形意拳 xíngyì quán, del 八卦掌 bāguà zhǎng, del 通背拳 tōngbèi quán e dello 少林拳 shàolín quán.

Il lavoro svolto dal maestro 楊林生 yáng línshēng è stato quello di far convergere in modo naturale questi stili nel metodo di sintesi dello 意拳 yìquán.

Sono oramai le 18:00. Dopo un confronto di quasi quattro ore lascio, un po’ a malincuore, il maestro.

Deve, infatti, "correre" a fare lezione, a portare avanti il lavoro di divulgazione e promozione delle arti marziali che ha "ereditato" dal maestro 楊林生 yáng línshēng.

Non è, ovviamente, un addio. Al massimo un arrivederci. Anzi un "ciao" come se fossimo amici da lungo tempo. A riprova ancora dell’umiltà di un uomo, un maestro, che nonostante sia consapevole del suo vasto bagaglio di conoscenza marziale, sente, percepisce e tratta gli altri a suo pari.

La sera, ripensando all’incontro, mi sentivo rinfrancato, con la consapevolezza che la mia pratica da quel momento in poi sarebbe stata differente.

Pratica la tua conoscenza.
實履真知
shíjiàn zhēnzhī

Francesco Russo

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BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica ed insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita ad una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

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一口氣。一套太極拳。一個世界。
Yī kǒuqì. Yī tào tàijí quán. Yīgè shìjiè.

—— 龍小五

Un solo respiro. Una sola sequenza di Taiji. Un solo mondo.
—— 龍小五

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